digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

rape a la rusadir
Spagna, 17 settembre 2025, Catalogo n/a
 
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Nel Mediterraneo di oltre due millenni fa, solcato dalle navi dei fenici e dei cartaginesi, Rusadir era un porto conosciuto e sicuro: un impervio sperone calcareo facile da difendere perché collegato alla terra ferma solo da un sottile istmo, che si levava a strapiombo su un’insenatura al riparo dal maestrale e sui vicini terreni paludosi, a protezione di un ormeggio sicuro per le imbarcazioni dei mercanti. Il nome stesso, Rusadir, nell’antica lingua punica pare significasse “capo potente”, o “alto capo”.

Prospera anche al tempo della dominazione romana, la città passò poi sotto il dominio dei bizantini, venne conquistata in seguito dagli arabi, e fu infine, dopo la Reconquista, annessa alla Castiglia sotto il nuovo nome di Melilla; e territorio spagnolo è ancora oggi, un’enclave spagnola sulla costa nordafricana, rivendicata senza successo dal Marocco, come la non lontana Ceuta.

Dell’antica Rusadir, oltre a qualche fortificazione in rovina e a qualche scavo archeologico, resta il nome, associato a un piatto ovviamente di pesce, come si addice a una città che dal mare ha sempre tratto la sua fonte principale di sostentamento: il rape a la Rusadir. Rape è il nome che da queste parti è dato alla rana pescatrice (o coda di rospo), che in queste acque, forse in virtù dell’alimentazione, ha carni particolarmente saporite.

Ingrediente irrinunciabile della nostra cazuela de rape a la Rusadir è la ñora, un peperone rosso dolce chiamato anche bola, palla, per la sua forma rotondeggiante, i cui semi si dice siano stati portati in Europa da Cristoforo Colombo nel 1493 al ritorno dalla sua prima spedizione, e donati al monastero della Vergine di Guadalupe per esaudire un voto fatto prima della partenza: in un altro monastero, quello di Ñora, la pianta si acclimatò e prese il suo nome, ed è ancor oggi coltivata e apprezzata specialmente lungo le coste meridionali della Spagna e quelle dell’Africa settentrionale.

La preparazione del nostro rape a la Rusadir è molto semplice: si fanno soffriggere in olio, aglio e prezzemolo i filetti di rana pescatrice e, una volta dorati, si mettono da parte. Si aggiunge poi al soffritto una ñora tagliata a strisce, zafferano, cumino e pomodoro e si lascia stufare il tutto fino ad ottenere una specie di salsa nella quale si aggiungeranno i filetti di rana pescatrice precedentemente rosolati, lasciandoli insaporire nella salsa e nel brodo ricavato dalle teste dei pesci; a completare la ricetta, una manciata di piselli freschi.

¡A comer!

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