digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

fenkata
Malta, 9 maggio 2005, Yvert 1364
 
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Il termine fenkata, tradotto alla lettera dal maltese all'italiano, suonerebbe come "conigliata", o forse più propriamente come "mangiata di coniglio", visto che si compone di almeno due (ma molto spesso tre) portate a base appunto di coniglio.

Il piatto forte, è lo stuffat tal-fenek: un succulento stufato di coniglio selvatico la cui preparazione avviene lasciando marinare per diverse ore il coniglio fatto a pezzi nel vino rosso locale (Gellewza o Ghirghentina a bacca rossa), aromatizzato con aglio, cipolla, carota e ħwawar, un miscuglio di spezie dove predominano alloro, pepe, peperoncino, timo e maggiorana. Il tutto viene posto a stufare lentamente, con l'aggiunta opzionale (a testimonianza di una ricetta nata prima della scoperta dell'America) dei pomodori.

L'altro piatto che in genere precede lo stuffat, è costituito da spaghetti, conosciuti sull'isola sotto il nome di itrya, fin dai tempi della dominazione di Ruggero II il Normanno intorno all'anno 1100, conditi con la salsa formatasi durante la cottura dello stufato. E per completare il festino, vengono spesso proposti i fenek moqli, e cioè i pezzi meno polposi del coniglio marinati in vino bianco e aglio schiacciato e poi fritti nell'olio.

A finire in pentola e in padella è il fenek tax-xiber, varietà locale dell'oryctolagus cuniculus, il coniglio selvatico europeo, con tutta probabilità introdotto dai Fenici una ventina di secoli fa; questi intraprendenti navigatori usavano infatti rilasciare conigli nelle isole dove abitualmente facevano scalo durante i loro viaggi per rifornirsi di acqua potabile: i roditori, grazie alla loro capacità di riprodursi rapidamente, fornivano ai naviganti anche una buona riserva di carne fresca per reintegrare le scorte di bordo.

Fino a quell'epoca Malta era stata solo saltuariamente abitata da popolazioni provenienti dalla vicina Sicilia, ma con il diffondersi della navigazione nel Mediterraneo la sua importanza crebbe, e nel corso dei secoli l'isola cadde sotto l'influenza prima dei Greci e dei Cartaginesi, poi dei Romani, degli Arabi e infine del regno di Sicilia, dominato via via da Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi.

Le premesse per far assurgere la nostra fenkata alla dignità di simbolo nazionale nascono nel 1530, quando la storia di Malta si intreccia con quella di un ordine religioso cavalleresco cristiano nato in concomitanza con la prima Crociata, e a cui fu affidata la cura e la difesa dei pellegrini diretti in Terra Santa: i Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, conosciuti in seguito come Cavalieri di Rodi e, dal 1530 appunto, come Cavalieri di Malta.

In quell'anno Malta venne concessa in affitto perenne dal Regno di Sicilia ai Cavalieri , e uno dei primi provvedimenti presi dal Gran Maestro Philippe Villiers de L'Isle-Adam fu quello di riservare il diritto di cacciare i conigli e cibarsene ai suoi cavalieri. Il popolo maltese si trovò così a subire un doppio danno: al divieto di nutrirsi della carne si unirono infatti i danni alle coltivazioni causati dai conigli, ormai intoccabili, in cerca di cibo.

Con il passare degli anni la situazione non fece che peggiorare, e quando nel 1775 il Gran Maestro Francisco Ximenes de Texada, alle prese con un dissesto finanziario senza precedenti, varò ulteriori provvedimenti repressivi, la misura fu colma e il popolo, guidato dal clero, si ribellò in quella che è ricordata come la "rivolta dei preti". La sommossa fu sedata, ma ormai i Cavalieri erano al termine della loro parabola storica e pochi anni più tardi dovettero abbandonare l'isola nelle mani di Napoleone.

Caduto con la partenza dei Cavalieri il divieto la fenkata, che fino a quel momento i maltesi avevano potuto consumare solo il 29 giugno (unico giorno dell'anno in cui, in occasione della festività di san Paolo, la caccia al coniglio era permessa a tutti) divenne il piatto simbolo della riconquistata libertà e della gastronomia isolana.

E la festa di san Paolo, istituita dai Cavalieri di Malta, ma le cui origini probabilmente risalgono alle Luminaria dei Romani, è ancora oggi con il nome di l-Imnarja celebrata come una festa nazionale, tradizionalmente associata alla preparazione della fenkata.

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