digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

bean crock
Jersey, 08 marzo 2005, Yvert 1204
 
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Gli inglesi lo chiamano semplicemente The Channel, il Canale… quello che li separa dal resto d’Europa e che nemmeno Hitler riuscì a superare. Per i francesi invece è La Manche, la Manica, e nel 1066, guidati da Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia e vassallo del re di Francia, la attraversarono per invadere l’Inghilterra.

Nei secoli successivi, in virtù di matrimoni e guerre, furono però gli inglesi, ed in particolare Enrico II Plantageneto, ad entrare in possesso di vasti feudi in terra francese, e quando la situazione si stabilizzò con la fine della Guerra dei Cent’Anni, nel 1429, le piccole isole che si trovano in prossimità della costa francese, all’imbocco occidentale della Manica (o Canale, se preferite), inizialmente parte del Ducato di Normandia e quindi francesi, restarono di proprietà della corona inglese.

Gli abitanti continuarono a parlare la loro lingua, il normanno e, in subordine, il francese che fino a pochi decenni fa era considerato lingua ufficiale. E a godere di uno status di extraterritorialità che in tempi recenti ha fatto di Jersey, la più grande delle isole, un paradiso fiscale molto ricercato. E a farsi scaldare dalla carezza della corrente del Golfo, che ha consentito alle patate e ai fagioli, riportati in patria dai navigatori che contribuirono alla fondazione della colonia di Terranova, di attecchire sull’isola.

E sono proprio i fagioli a costituire la base del piatto che dell’isola di Jersey è un po’ il simbolo gastronomico: il bean crock, in italiano “fagioli nel coccio” e in normanno Un Poit et des Pais au Fou… che alla lettera significa appunto “una pentola di coccio e dei fagioli nel forno”.

Perché di questo si tratta: uno stufato di fagioli e carne di maiale che viene prima insaporito in un soffritto di aglio, carota e cipolla, quindi sfumato con un bel bicchiere di distillato di mela (quello che a pochi chilometri da Jersey, sulle coste francesi, si chiama Calvados) e poi portato a cottura lentissima lasciando il recipiente di terracotta esposto al calore di un forno a legna per almeno cinque ore.

Ogni cuoca ha ovviamente i suoi segreti, ed esiste una variante particolarmente gustosa che prevede l’uso del grasso di arrosto di bovino, la pregiata razza Jersey selezionata proprio sull’isola e molto apprezzata in tutto il mondo soprattutto per la produzione di latte, durante le fasi iniziali della cottura.

Tra i tagli di carne preferiti dai veri Jèrriais ci sono la pancetta, il cui grasso contribuisce ad arricchire il piatto, la guancia, particolarmente saporita, e gli zampetti, ricchi di cartilagini che rendono più denso il risultato finale. Stagionalmente, la carne può essere fresca, leggermente salata o addirittura affumicata, così come i fagioli possono essere freschi o secchi (e quindi lasciati in ammollo per almeno una notte prima della cottura).

Bouan Appetit...

 

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