digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

oktoberfest
Burundi, 2012, Yvert 1658
 
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Non una singola ricetta, stavolta, ma un evento gastronomico: l'allegra Brigata di Cucina del Postalista non può infatti non rendere partecipi i suoi ghiotti lettori della spedizione in terra di Germania, e più precisamente a Monaco, in occasione della tradizionale Oktoberfest.

La quale Oktoberfest, stranamente, si svolge prevalentemente durante il mese di settembre, per concludersi nella prima domenica di ottobre. Un cambiamento di data progressivamente messo in atto nel corso degli anni anche allo scopo di godere di condizioni meteorologiche più clementi e stabili.

La prima Oktoberfest, che però ancora non aveva questo nome, si svolse in un prato alle porte di Monaco il 12 ottobre del 1810 per festeggiare le nozze del principe Ludovico di Baviera con la principessa Teresa di Sassonia, e proprio in onore di quest'ultima il luogo fu ribattezzato Theresienwiese (prato di Teresa); ancor oggi la festa si svolge nel parco ricavato da quel prato, chiamato familiarmente Wiesn.

L'entusiasmo con il quale la popolazione accolse quei tre giorni di corse di cavalli, musica, danze e picnic all'aria aperta fu tale che si decise di replicarli anche negli anni successivi, magari aggiungendo anche altre attrazioni, come una fiera agricola e spettacoli di vario genere.

A poco a poco si venne così consolidando una tradizione, alla quale fu naturale dare un nome, quello di Oktoberfest, appunto, e fecero la loro apparizione i primi stand fissi dei mastri birrai di Monaco.

Oggi questi stand, eretti intorno a un grande luna park, si sono moltiplicati ed offrono attrazioni e ghiottonerie di ogni tipo, ma i più importanti e frequentati restano sempre quelli che fin dal 1800 hanno allietato il fine estate dei cittadini di Monaco prima e dei turisti di tutto il mondo dopo.

Sono quattordici bierzelt, enormi tendoni in grado di ospitare fino a 10.000 persone ciascuno, all'interno dei quali la birra viene di norma servita nei generosi boccali da un litro, i cosiddetti maßkrug, da robuste (alcune sono in grado di servire almeno dieci di questi boccali in una sola portata) kellerine abbigliate con i tradizionali dirndl.

Di questi boccali, il cui contenuto rappresenta il 30% della produzione annuale delle sei birrerie storiche di Monaco (Paulaner, Spaten, Hofbräu, Hacker-Pschorr, Augustiner e Löwenbräu), quest'anno ne sono stati scolati quasi sette milioni, in accompagnamento ai cibi tradizionalmente serviti durante la festa.

E così, da un bierzelt all'altro, abbiamo potuto gustare il mitico schweinshaxe, lo stinco di maiale arrostito con contorno di crauti e reiberdatschi (sorta di frittelle a base di patate tagliate a fiammifero), würstl di tutti i tipi, compresi i classici weisswurst bianchi, accompagnati dai biscotti secchi (ma ne esiste anche una versione morbida particolarmente apprezzata) brezen e dall'obatzda, un formaggio cremoso e speziato tipico di Monaco. E poi, per stare un po' più sul leggero, arrosto di pollo e maiale, knödel (una specie di grossa polpetta a base di patate), steckerlfisch (pesce arrosto servito su una sorta di spiedino di legno) e käsespätzle, la versione locale della pastasciutta.

Tutta roba capace di far sobbalzare sulla poltrona il vostro cardiologo o la vostra dietista, ma che si accompagna a meraviglia con il contenuto dei maßkrug e fa parte della tradizione culinaria bavarese.

E mentre ancora risuona il colpo a salve che come di prammatica saluta la fine della festa, l'allegra Brigata è già proiettata al prossimo settembre, quando il sindaco di Monaco, dopo aver spillato la prima botte, lancerà il rituale grido "O'zapft is!" annunciando così l'inizio di un'altra Oktoberfest... e sarà la centoottantaduesima.

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