digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

ajoblanco
Spagna, 24 aprile 2014, Michel 4880
 
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Hanno un sapore i francobolli? Un sapore in qualche modo diverso da quello vagamente colloso che tutti noi conosciamo? Ebbene, il francobollo che l'Allegra Brigata di Cucina del Postalista è andata a scovare in Spagna in questo scorcio di anomala estate, fresco di emissione al punto di non avere ancora una classificazione Yvert&Tellier, un sapore ce l'ha, ed è quello della mandorla.

Fresco di emissione e fresco di sapore, come fresca è, ad onta dei suoi ingredienti principali che sono appunto la mandorla e l'aglio, la ricetta che questo mese vi proponiamo: l'ajoblanco. Che altro non è che una variante del conosciutissimo gazpacho, con il quale condivide la base, costituita da pane raffermo bagnato e tritato finemente con un pestello di legno in un mortaio di marmo insieme a spicchi di aglio, olio di oliva, e un po' di aceto. La pasta così ottenuta viene emulsionata con acqua, per poi aggiungere le mandorle, retaggio della dominazione araba, anch'esse pestate finemente in un mortaio. Il risultato è una zuppa fredda, saporita e rinfrescante che viene spesso servita con l'accompagnamento di chicchi di uva e sottilissime fette di melone.

Un piatto estivo che è considerato tipico della cucina andalusa, anche se ne sono consciute gustose varianti nella vicina Estremadura, dove spesso l'aggiunta di succo di pomodoro e altri ortaggi estivi, come il cetriolo e i peperoni, riconducono in qualche modo al più conosciuto gazpacho.

In altre varianti, come quella in voga a Malaga, trovano largo impiego chicchi di uva moscatella, mentre a Granada è spesso accompagnato da patate intere cotte al forno e filetti di acciuga.

Da una ventina di anni, infine, se ne conosce un'altra interpretazione, denominata "350/Ajo Blanco 1996", ascrivibile al genio sperimentativo di un grande della cucina creativa, Ferrán Adriá, che nel suo celebre ristorante El Bulli, nel cuore della Catalogna, ne ha proposto una versione più "solida", quasi una sorta di sorbetto, che ha avuto il merito di diffondere fuori dai confini della Spagna la fama e il sapore del nostro ajoblanco.



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Sapore che, come dicevamo, è possibile gustare anche nella colla "aromatizzata" del foglietto emesso il 24 aprile 2014 dalle Poste spagnole, e nel quale trovano spazio due francobolli circolari recanti in effigie l'ajoblanco tradizionale e la rielaborazione "molecolare" che, con la sua cucina nella quale la costante rivisitazione delle radici caratteristiche si coniuga alla capacità di innovare, rivalutandoli, i piatti della tradizione popolare, ne ha proposto il grande chef catalano.

Dei due francobolli la Brigata, fedele al suo DNA di ricercatrice di sapori antichi e spesso colpevolmente dimenticati dalle mode globalizzanti, vi propone quello raffigurante l'ajoblanco classico, anche se chi l'ha assaggiato ci assicura che quello di Ferrán Adriá non ha assolutamente niente da invidiare alla versione tradizionale, anzi...

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