digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

sakotis
Lituania, 13 agosto 2022, Yvert 1187
 
torna a

Filatelia Tematica



Per una volta l’allegra Brigata di Cucina del Postalista non porterà i suoi lettori in giro per ristoranti, bettole, chioschi di street food, pasticcerie e cantine… oggi si va al museo. Siamo infatti in Lituania, un centinaio di chilometri a sudovest della capitale Vilnius, a poca distanza dai confini della Bielorussia e della Polonia: qui, sulle sponde del fiume Nemunas, sorge la cittadina termale di Druskininkai, frequentatissima località di villeggiatura che, tra le tante attrazioni, ospita un museo molto particolare, il museo del sakotis, un dolce dalla forma molto originale, chiamato anche “torta ad albero”.

E particolare è anche la modalità di preparazione di questa ghiottoneria, che appartiene alla ristretta (e diffusa per lo più nell’Europa nordoccidentale) categoria dei dolci cucinati allo spiedo… sì, avete sentito bene: allo spiedo, e su una fiamma libera o, al limite, in un apposito forno aperto.

La preparazione richiede una notevole dose di manualità e di esperienza, perché si tratta di versare su un grosso spiedo orizzontale una densa pastella a base di uova, zucchero, farina, burro e panna facendo in modo che la pastella stessa, cuocendo, si solidifichi formando a poco a poco una specie di grosso cilindro o, più spesso, cono.

Detto così può sembrare semplice, ma siccome il cono in questione dovrà somigliare ad un albero (e sakotis, in lituano significa “ramificato”) ecco che bisogna fare ricorso ad una tecnica di cottura abbastanza particolare e per niente semplice; e ve lo diciamo con cognizione di causa, perché una sezione del museo consente anche di cimentarsi, ovviamente con l’assistenza di provetti pasticceri, nella cottura di un sakotis… prova alla quale ovviamente noi dell’allegra Brigata di Cucina del Postalista, non ci siamo sottratti, con risultati a tratti esilaranti.

Nella fase iniziale della cottura la velocità di rotazione dello spiedo è abbastanza bassa, e con l’ausilio di un grosso mestolo e di un padellone dal lungo manico si versa pian piano la pastella, avendo cura di raccogliere e riutilizzare quella in eccesso che gocciola via. Una volta consolidato un primo strato di pasta, la distribuzione della pastella viene interrotta per consentire la doratura della superficie del cilindro, poi si fanno altri strati sempre con questa tecnica: gli strati più o meno scuri simuleranno alla perfezione gli anelli di accrescimento annuale di un vero tronco d’albero.

Una volta costruito il tronco le cose si complicano, perché la velocità di rotazione dello spiedo aumenta, e la forza centrifuga fa sì che si formino delle frastagliature di pastella cotta dalle forme irregolari. Inoltre bisogna dosare la distribuzione della pastella per dare al nostro sakotis la definitiva forma conica, e qui l’esperienza e la manualità di un bravo pasticcere sono davvero essenziali.

Il risultato finale è quello che vedete in effige al nostro francobollo e, una volta portato in tavola, viene affettato orizzontalmente, rivelando così la struttura ad anelli del tronco. La torta ad albero può essere consumata così come esce dallo spiedo, ma molto spesso viene decorata con cioccolato fuso, perline di zucchero, miele, cacao, zucchero a velo e, specialmente in occasione dei matrimoni, fiori freschi e frutta.

Il nostro, che più che a un abete assomigliava ad un cespuglio di rovi, ce lo siamo mangiato dopo averlo spolverato con un po’ di cacao e, ad onta del suo aspetto, era abbastanza buono. Niente a che vedere però col sakotis da record che è esposto nella sala principale del museo: un vero e proprio albero alto tre metri e settantadue (per 86 chili di peso), preparato nel 2015 allo scopo di entrare nel Guinness dei Primati.


torna a

Filatelia Tematica