digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

paprikás
Ungheria, 9 maggio 2005, Yvert BF 284
 
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Chi dice paprika, si sa, dice Ungheria. Pochi tuttavia sanno che questa polvere rossa, ricavata dalla macinazione di diversi tipi di peperone, è in realtà retaggio di un periodo storico non esattamente esaltante per la nazione magiara: quello susseguente alla sconfitta di Mohács (1526), che diede inizio alla dominazione ottomana, destinata a durare, tra fasi alterne, fino al '600.

Narra infatti la leggenda che il segreto della coltivazione del peperone sia stato carpito da una giovane contadina ungherese che, arruolata a forza nell'harem del pascià turco di Buda, aveva spiato a lungo nei giardini del palazzo ove era tenuta prigioniera le tecniche di coltivazione della solanacea, fino ad allora sconosciuta in Europa.

Dopo la cacciata dell'invasore turco, la donna sarebbe tornata al suo paese (Szeged, nel sud dell'Ungheria), insegnando ai suoi compaesani i segreti appresi e dando così inizio alla tradizone magiara della paprika. E c'è anche chi addirittura si spinge a ipotizzare una data (di quale anno?) per questo rientro a casa, ed esattamente l'8 settembre, giorno in cui si tiene nelle campagne una vera e propria festa della paprika.

Vero o no, la paprika resta tuttavia uno dei pilastri, senz'altro il più conosciuto all'estero, della gastronomia locale, ed è presente in tutti i piatti ungheresi più noti: dalla gulyasleves (che è il vero gulasch) al pörkölt (che noi chiamiamo gulasch), dalla halászlé (una zuppa di pesce) al csirkepaprikás...

A quest'ultima specialità, le poste ungheresi hanno dedicato nel 2005 (per la serie europea intitolata alla gastronomia) il nostro francobollo, emesso il 9 maggio 2005, facente parte di un foglietto di 132x70 mm, impaginato in modo da sembrare una tavola apparecchiata, con tanto di bouquet floreale al centro.

Il csirkepaprikás è un piatto di pollo (csirke) fatto rosolare in un intingolo a base di paprika e cipolle, e portato a cottura lentamente con l'aggiunta di panna acida, fino a che non diventa tenerissimo. Poiché la paprika, contrariamente a quanto si crede fuori dall'Ungheria, non è esageratamente piccante e ha un retrogusto leggermente amarognolo e discretamente aromatico, il nostro csirkepaprikás è una specialità delicata e in grado di accontentare anche i palati più fini.

Particolare curioso, il csirkepaprikás viene quasi sempre servito con l'accompagnamento dei cosiddetti nokedli, una sorta di piccoli gnocchetti di pasta all'uovo che altro non sono che la versione ungherese degli spätzle, largamente diffusi in tutti i territori (tra cui il nostro Alto Adige) appartenenti all'Impero Austriaco, del quale l'Ungheria entrò a far parte subito dopo la liberazione dalla dominazione ottomana.

Un piatto, dunque, che racchiude nell'accostamento dei suoi sapori ben due capitoli della storia magiara... tanto da meritare, appunto, un'emissione filatelica.

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