digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

moqueca
Brasile, 2 ottobre 2000, Yvert 2553
 
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In questi giorni di giugno l''allegra Brigata di Cucina del Postalista ha deciso di coniugare la curiosità gastronomica con il tifo calcistico, concedendosi una breve puntata in Brasile. Prima tappa di questo tour gastro-filatelico-sportivo è Salvador de Bahia, terza città brasiliana per popolazione e capitale dell'omonimo stato di Bahia.

Qui, lungo la costa nordorientale del Brasile, le tradizioni culinarie africane introdotte dagli schiavi neri che costituivano la manodopera per le grandi piantagioni agricole, hanno saputo trarre il massimo profitto dall'incontro tra gli aromi della ricca vegetazione subtropicale e il pescosissimo Oceano Atlantico per creare un piatto dove la delicatezza del latte di cocco si sposa al piccante della polvere di peperoncino e alla freschezza delle foglie di coriandolo.

Moqueca bahiana è il nome di questa specialità, e per preparalo occorre munirsi in primo luogo di una capiente casseruola di terracotta dove metteremo a imbiondire aglio e cipolla. L'olio da usare è rigorosamente quello che da queste parti chiamano dendê, ricavato dalla polpa rossiccia del frutto di un tipo di palma, la Elaeis oleifera, tipica dell'America del Sud.

In questo soffritto dal bel colore rosato, vengono messi ad insaporire pezzi di pesce senza spine, come pesce spada, palombo e vari tipi di piccoli squali, gamberi e polpa di granchio, e il tutto viene portato lentamente a cottura aggiungendo il latte di cocco. Poco prima di servire, l'ultimo intrigante tocco di sapore è dato dall'aroma acidulo delle foglie di coriandolo fresco tritate, usate senza parsimonia per cospargere il delicato, ma saporitissimo, stufato.

Accompagnamento ideale, il "pane" brasiliano: la farofa (che in realtà è una farina di mandioca tostata con l'aggiunta, nel caso della moqueca, di un po' di dendê) abbondantemente cosparsa del sugo di cottura del pesce.

La seconda tappa, rientrando verso Rio de Janeiro, la Brigata la fa a Vitòria, nello stato di Espiritu Santo, un migliaio di chilometri a sud di Salvador de Bahia, per assaggiare anche la variante locale, la cosiddetta moqueca capixaba, nella sua tradizionale casseruola nera, a quanto pare eredità delle antiche tribù autoctone Guaranì, che usavano una varietà di argilla locale molto scura, trattata con linfa di mangrovia per renderla impermeabile.

A Vitòria l'olio di oliva sostituisce quello di palma, e il colore rosato (più accentuato qui che a Bahia) è garantito dall'uso dell'urucu, una spezia ricavata da una pianta autoctona, che aggiunge alla sinfonia dei sapori anche una quasi impercettibile venatura amarognola.

Inutile dire che le due città, Vitòria e Salvador de Bahia, si contendono da secoli la paternità del piatto con un accanimento almeno pari a quello con cui le varie nazionali di calcio si stanno contendendo in questi giorni il titolo di Campeão do Mundo...

...noi vi proponiamo la moqueca capixaba, ma vi consigliamo di venire voi stessi a giudicare di persona quale sia la migliore.

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