digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

tavë krapi
Albania, 30 marzo 2021, Yvert 3277
 
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L’allegra Brigata di Cucina del Postalista ha buona memoria, soprattutto quando capita di assaggiare qualcosa di davvero buono, e questo qualcosa ha tra gli altri pregi quello di aiutare a conoscere un paese gustando le sue ricette tipiche, e a maggior ragione quando questi piatti popolari fanno riferimento ad un modo tradizionale di cucinare che, variando gli ingredienti di base, i condimenti e gli aromi, finisce col dare origine a una serie di ghiottonerie che, di regione in regione, possono accompagnare il gastronomo viandante da un capo all'altro di un paese, nel nostro caso l'Albania.

Un modo di cucinare, e i lettori più attenti, o semplicemente più ghiotti lo ricorderanno, che prende il suo nome da un recipiente, una spessa teglia di terracotta adatta anche ad essere utilizzata come piatto di portata, all'interno della quale molti dei piatti tradizionali dell’Albania vengono preparati con una cottura (e a volte una seconda cottura) che ha in ogni caso il pregio di amalgamare al meglio i sapori e gli aromi dei vari ingredienti.

Stiamo parlando della tavë, che avevamo già gustato con l'agnello: una bella tavë kosi, specialità della città di Elbasan, al centro dell'Albania. Stavolta invece, come vi avevamo già anticipato, ci spostiamo verso la costa settentrionale dell'Albania, sulle rive del lago di Scutari, che fornisce la materia prima della nostra tavë krapi, la carpa, pesce di cui le acque del lago abbondano.

La preparazione è abbastanza laboriosa, prevedendo ben tre cotture diverse.

Per prima cosa si prepara un soffritto con aglio, erbe aromatiche e abbondantissima cipolla che viene poi fatta stufare nell'aceto di vino e portata a cottura nel pomodoro; verso la fine della cottura, per stemperare l'acidità dell'aceto viene aggiunta una certa quantità, variabile secondo i gusti, di una pasta di prugne secche chiamata pistil, o addirittura una generosa razione di prugne secche denocciolate.

Mentre la salsa cuoce, si prepara la carpa, preferibilmente maschio, che va ripulita avendo cura di togliere un particolare osso della testa, il cosiddetto pethi, che darebbe un sapore amaro al piatto, tagliata a pezzi e fritta.

E finalmente si adagiano i pezzi di carpa nella tavë, si coprono con la salsa, e si passa il tutto in forno a 180° per circa un'ora, o comunque fino a che il tutto si sarà asciugato e sui pezzi di pesce si sarà formata una leggera crosticina. A questo punto anche il sapore abbastanza "fangoso" della carpa sarà stato coperto dalla dolce acidità della salsa, e la nostra tavë krapi, sarà finalmente pronta per essere servita.

Ju bëftë mirë

 

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