digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

Parrillada criolla
Uruguay, 3 febbraio 2011, Yvert 2464
 
torna a

Filatelia Tematica



Il francobollo che vi presentiamo questo mese, classificato da Yvert & Tellier col numero 2464, è stato emesso il 3 febbraio 2011 in occasione della 25° Festa della Patria Gaucha, ma intende anche celebrare il duecentesimo anniversario dell'inizio della Rivoluzione Arteguista, che portò l'Uruguay a liberarsi nel giro di pochi decenni sia dal dominio coloniale spagnolo, sia dalle mire annessioniste della vicina Argentina.

E' questa infatti, come ricordato sul francobollo stesso, la prima emissione espressamente dedicata al Bicentenario, ed è significativo che proprio alla cultura gaucha essa faccia riferimento. In Uruguay come in Argentina, la casta dei cosiddetti criollos (i discendenti diretti dei colonizzatori spagnoli, ma nati in Sudamerica) fu la vera ispiratrice delle guerre di indipendenza.

Dai criollos nasce dunque l'affrancamento dal dominio spagnolo, e a poco a poco il termine è venuto assumendo connotati di "purezza": oggi si definiscono criollos coloro che, vivendo lontano dalle grandi città, sono in qualche modo rimasti esenti dall'effetto melting pot di metropoli come Buenos Aires e Montevideo, e sono quindi in qualche modo depositari del vero spirito che animò la nascita sia dell'Argentina che dell'Uruguay.

Insomma, i cavalieri delle pampas, su ambo le rive del Rio de la Plata, sarebbero gli eredi diretti dei combattenti per l'indipendenza, e tutto quello che riporta alla loro cultura viene ad assumere forti connotati di identità nazionale: basti pensare all'importanza della saga di Martin Fierro per gli argentini.

Ma torniamo al nostro francobollo, che fa parte di una serie di tre, tutti in qualche modo dedicati alla cultura gaucha. Tralasciando quelli dedicati agli attrezzi di lavoro del gaucho (speroni e bolas) ci siamo concentrati, e non poteva essere altrimenti, sull'immagine dei due capisaldi dell'alimentazione dei rudi bovari uruguaiani. La quale, visto che le parti più pregiate sono ovviamente destinate al mercato, sfrutta i tagli più poveri, quello che noi definiremmo il "quinto quarto".

La cottura più comune si fa alla brace: è la succulenta parrillada criolla che vediamo sullo sfondo, composta di salsicce di diversi tipi (chorizos e morcillas), frattaglie e il celebre asado de tira, tipico taglio sudamericano ricavato dalle costole. I pezzi che non si possono arrostire, finiscono invece dentro al calderone munito di treppiede che si vede in primo piano: è la classica marmita, dentro alla quale cuoce lentamente sopra ai falò la carbonada, un sostanzioso stufato di carne, verdure e legumi insaporiti col piccantissimo ajì, il più dolce pimenton, aglio, cipolle e spezie varie...

...il tutto, nella straordinaria scenografia della pampa notturna e condito dall'appetito che deriva da una giornata di duro lavoro tra le mandrie.

¡Buen Provecho!

torna a

Filatelia Tematica